“La netta separazione tra sapere e credere, tra conoscenza e fede, è una sintesi delle decisioni che attraversano e caratterizzano l’epoca moderna.” (J. Carron)
Venerdì 15 ottobre, secondo incontro del ciclo Ragione e fede, dal titolo “L’origine della frattura tra sapere e credere”, con Costantino Esposito, Docente di Storia della Filosofia all’Università di Bari.
<<L’Illuminismo aveva come bandiera l’ideale della ‘religione nei limiti della pura ragione’. Tuttavia questa religione della pura ragione si disgregò rapidamente, ma soprattutto non aveva la forza di sostenere la vita. […] Così, dopo la fine dell’Illuminismo, […] si è cercato un nuovo spazio per la religione […]. Pertanto alla religione era stato assegnato Il ‘sentimento’ come suo proprio ambito di esistenza nella vita umana. Schleiermacher fu il grande teorico di questo nuovo concetto di religione: “La prassi è arte, la speculazione è scienza, la religione è senso e gusto dell’infinito”, egli afferma. È divenuta classica la risposta di Faust alla domanda di Margherita sulla religione: “Il sentimento è tutto. Il nome è rumore e fumo…”». La netta separazione tra sapere e credere, tra conoscenza e fede, è una sintesi delle decisioni che attraversano e caratterizzano l’epoca moderna. Tale separazione definisce – come abbiamo visto –, da una parte, una sfera del sapere in cui domina una concezione razionalistica della ragione (una ragione come «misura del reale», la chiamava don Giussani), che non ha niente a che fare con la questione del significato ultimo della vita, con il Mistero e con la fede; e, dall’altra parte e corrispondentemente, una sfera del credere inteso come ambito non razionale, del sentimento, di decisioni soggettive sui valori, in cui viene confinato tutto il fenomeno religioso. Il credere, dunque, si trova in drastica opposizione a un sapere razionalisticamente concepito.>> (Julian Carron, 2009)
Venerdì 15 ottobre, ore 21.15, Centro Tarkovskij, via Brandolino 19, Rimini